Tappa 10: da San Pietro in Guarano a Rose


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Dati tecnici

Lunghezza: 27,700 km (17,900 km variante a piedi)
Difficoltà: Difficile

Dislivello in salita: 950 m
Dislivello in discesa: 1200 m

Note: Nessun centro abitato intermedio (sorgenti solo nei primi km). Per chi va a piedi, alla pietra che indica 74,3 km a Corigliano, possibilità di accorciare svoltando a sinistra seguendo i segnali “variante a piedi” (a destra per la “variante bici”). Nella vallata si incontra un guado, difficoltoso in inverno.
Quota minima: 423 m slm
Quota massima: 897 m slm

Fondo: 54% asfaltato, 46% sterrato

Acqua potabile:
Fontana Padre Pio (0 km),
Redipiano (1,3 km),
Fontana Crocicchia (1,6 km),
Fonte San Domenico (3,5 km),
Area pic-nic Feroleto (8,2 km).

Località di partenza

San Pietro in Guarano (655 m slm)

Località di arrivo

Rose (423 m slm)

Territori comunali attraversati

San Pietro in Guarano, Rose.

Punti di interesse

  • Valle del Fiume Arente;
  • Centro storico di Rose.

Percorso

Tappa dura per i continui saliscendi e per la lunghezza. Parte da San Pietro in Guarano (655 m) e raggiunge il borgo di Rose (423 m).

Dalle spalle della chiesa di S. Maria in Gerusalemme si sale per via San Bruno e poi per via Frate Umile, che in poco più di un km conduce nella frazione di Redipiano (850 m). Nella piazzetta con la graziosa chiesa dello Spirito Santo, si gira a destra, proseguendo in leggera salita fino all’attraversamento della linea ferroviaria Silana (solo treni turistici). Superata fontana Crocicchia si scende per via Casaluzzi, lungo un tratto alberato e, poco più avanti, si risale tra uliveti e appezzamenti agricoli, fino a Quadrivio Panza e una statua di S. Francesco. Si prende la strada che scende sulla destra per località Cerasito, e all’incrocio avanti si va a sinistra per località Visciglietto.

Si continua in discesa per 1,5km, tra boschetti intervallati da campi e casolari, fino ad una curva sulla destra, dove si apre la vista sull’ampio anfiteatro naturale del Fiume Arente e dei suoi affluenti. Qui termina l’asfalto e a sinistra, si prende la “variante a piedi” (vedi note). A destra, per la “variante bici”, comincia un tratto sterrato di 8,6 km. Superato il Torrente Feroleto (c’è un’area picnic) si risale il fianco spoglio di Serra d’Occhio e nel punto più alto (827 m), al bivio, si scende sulla sinistra tra gli abeti (o pini?) fino al Fiume Arente (665 m). Si risale a tornanti e nei pressi di un casolare si gira a destra e poi a sinistra, prendendo un’ampia carrareccia e toccando il punto più alto della tappa in località Monticello (897 m).

Da qui fino a fine tappa, tranne che per alcuni brevi tratti, si cammina in discesa. Si continua per la sterrata principale che regala ampi panorami e più avanti si immerge in un bel bosco di pini e abeti. Superato un torrente si gira a sinistra e si prende una bella stradina dall’asfalto consunto, continuando ancora tra alte conifere per circa 3 km. Appena fuori dal bosco si prende lo sterrato che scende sulla sinistra, che passando tra alberi di ulivo, frutteti e querce, conduce al caseggiato di località Foresta. Si torna su asfalto, passando tra le case di località Sovarette, e giungendo dopo qualche km a Rose (423 m).


Foto



Mappa ed altimetria




L'episodio della tappa

San Francesco di Paola e la vocazione contrastata di Bernardino Otranto da Cropalati
Francesco di Paola è stato un padre amorevole e attento nei confronti di chi voleva abbracciare l’Ordine dei Minimi. Questo tipo di vocazione è difficile da comprendere e da accettare con perseveranza. Così era stato per Bernardino Otranto, appartenente ad una nobile famiglia di Cropalati. Il giovane conduceva una vita dissoluta quando incontrò frate Francesco a Spezzano. Con uno stratagemma, il buon Frate chiuse il ragazzo in una cella del convento per obbligarlo a riflettere sui suoi errori e sul senso della sua vita. Deciso a farsi frate, Bernardino dovette affrontare diverse difficoltà, prima fra tutte l’opposizione della famiglia, che lo portarono ad abbandonare l’abito più di una volta. Addirittura, accadde che mentre fra Francesco e fra Bernardino erano in cammino, i fratelli di quest’ultimo lo attesero per strada per ricondurlo a casa di forza.
La vocazione di fra Bernardino fu più forte di ogni resistenza: dopo l’ennesima esitazione, ritornò da fra Francesco e divenne una figura importantissima per l’Ordine. In punto di morte, frate Francesco nominò fra Bernardino Otranto suo successore.