Tappa 8: da Cosenza al Santuario di Spezzano della Sila


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Dati tecnici

Lunghezza: 19,300 km
Difficoltà: Media

Dislivello in salita: 900 m
Dislivello in discesa: 400 m

Note: Tappa in leggera ma costante salita, con lunghi tratti di asfalto nell’uscita da Cosenza, in strade di campagna e paesi nella parte centrale, e in natura verso l’arrivo.
Quota minima: 235 m slm
Quota massima: 910 m slm

Fondo: 57% asfaltato, 43% sterrato

Acqua potabile:
Borgo Partenope (6,7 km),
Piazza Pietro Negroni (6,9 km),
Piazzetta Spiconello (12,4 km),
Largo Fiorilli (12,5 km),
Chiesa Santi Pietro e Paolo (12,7 km),
Fontana via Iotta (13,1 km),
Fontana Santuario Spezzano (19,3 km).

Località di partenza

Cosenza (235 m slm)

Località di arrivo

Santuario di Spezzano della Sila (830 m slm)

Territori comunali attraversati

Cosenza, Casali del Manco, Spezzano della Sila.

Punti di interesse

  • Convento di San Francesco di Paola, di Pedace.
  • Santuario di San Francesco di Paola, di Spezzano della Sila.

Percorso

Tappa mediamente impegnativa. Parte da Cosenza (235 m) e raggiunge il santuario di S. Francesco (830 m), di Spezzano della Sila. Il dislivello è di circa 900 m in salita e 400 m in discesa. Fontane frequenti.

Per i primi 2 km si procede in pianura lungo il Fiume Crati, e poi per circa 1 km in leggera salita fino alla località Morelli. Qui si piega a destra, prendendo la SP219, che procede in lieve discesa fino al successivo incrocio, dove si svolta a destra, per salire a tornanti fino a Borgo Partenope (494 m). Superato il caseggiato si segue la strada di crinale, con vista panoramica sui monti della Sila e la valle del Crati alle proprie spalle, attraversando uliveti e vigneti, intervallati da boschetti di querce e arbusti.

Si arriva sulla SP226 e si prosegue in leggera discesa fino al pittoresco convento di San Francesco di Paola, eretto nel 1617 su uno sperone roccioso, alle porte di Pedace (615 m). Si lascia la provinciale, prendendo una stradina in salita sulla destra, che conduce tra i vicoli del paese. Poco prima della piazza con la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, si gira a destra, uscendo dalla parte antica del borgo per arrivare alla Chiesa di S. Maria di Monte Oliveto. Una scalinata riporta sulla strada principale e, all’altezza di un tornante, la si lascia per una viuzza lastricata in sampietrini che conduce nella piazza di Serra Pedace (730m).

Dalla via a sinistra della chiesa si esce dall’abitato e poi per un sentiero si arriva ad una grande vasca di una centrale idroelettrica. Si continua in pianura per 2 km su uno sterrato panoramico sulla valle del Fiume Cardone, con due ponti in ferro per la condotta idrica della centrale. Prima della suggestiva zona di presa dell’acqua della centrale, si prende un sentiero sulla sinistra che sale in forte pendenza tra querce e castagni, fino ad intersecare la carrareccia del Sentiero Italia dove si gira a sinistra. Un breve tratto in salita sulla SP256, conduce in località Acqua Coperta, punto più alto della tappa (910 m). Si scende per un sentiero nel bosco che cammina di fianco una recinzione privata, fino ad intercettare una stradina asfaltata che conduce al Santuario di Spezzano della Sila (830 m), cronologicamente il terzo convento fondato da Francesco, dopo quello di Paola e Paterno.


Foto



Mappa ed altimetria




L'episodio della tappa

San Francesco dalla Francia scrive ai procuratori dell’Eremo di Spezzano
Nel 1486, ormai trasferitosi alla corte dei Reali francesi, frate Francesco indirizza un documento alle comunità italiane, noto come ‘Lettera ai procuratori dell’Eremo di Spezzano’. Il testo contiene preghiere e raccomandazioni dai toni delicati e paterni oltre a delle esortazioni a riflettere sulla pace e sulla giustizia, che risuonano attuali anche oggi.
“Vi prego ancora: lasciate tutti gli odi e le inimicizie. Amate la pace che è il tesoro migliore che possono avere i popoli. Nostro Signore Gesù Cristo non lasciò altri precetti agli Apostoli se non la pace. Amate per bene comune, aiutate i poveri orfani, le vedove, i bambini. Correggetevi per l’avvenire, pentitevi del passato, chè Dio è misericordioso e ci aspetta a braccia aperte. Forse possiamo nasconderci davanti al mondo, ma non ci potremo nascondere a Dio.
Fate una vera e fedele confessione, come si addice a veri cristiani, e così avremo la benedizione e saremo aiutati dall’eterno Dio e la povera Italia mitigherà i suoi grandi supplizi. Non vi scrivo altro, eccetto che la pace sia con voi. […]
Il vostro indegno oratore frate Francesco minimo povero eremita di Paola”.